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Alles in Allem: il cielo sopra gli Einstürzende Neubauten

Sono passati 40 anni dalla nascita degli Einstürzende Neubauten, 33 dall’uscita di Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders.

Blixa Bargeld, fondatore e leader del gruppo tedesco, è presente nel film assieme a Nick Cave & the Bad Seeds, formazione di cui è stato chitarrista dal 1984 al 2003.

Per festeggiare gli “-anta” della band, forse sarà stato proprio il ricordo di quel periodo a far rivivere a Bargeld le sensazioni, i momenti, i rumori, gli odori che ha vissuto nella “sua” Berlino, ed è per questo che Alles in Allem, in uscita il 15 maggio 2020 per Potomak, nasce, in parte, proprio dall’esigenza di ricordare cosa sono stati gli Einstürzende Neubauten non solo musicalmente ma soprattutto culturalmente.

Perché la rivoluzione portata avanti dal gruppo non si limita al suono, ma all’estetica, all’arte concettuale e alla vita in una Berlino divisa in due. E se in quegli anni l’industrial di Zeichnungen des Patienten O.T. (1983) e Halber Mensch(1985) ha letteralmente stravolto un genere ed una società intera, oggi i tempi sono, apparentemente, cambiati.

Un cambiamento evidente sin dal nuovo millennio nella musica del gruppo, quando Silence Is Sexy (2000) inaugurava la svolta art pop, proseguita anche nei lavori successivi. Ed anche Alles in Allem si piazza al confine fra post-industrial ed art pop, ma vive di ricordi e tempi passati inesorabilmente legati ad un presente forse non così tanto diverso.

In apertura, Ten Grand Goldie evidenzia proprio le riflessioni su una città in trasformazione, fra aspri suoni metallici e meccanici movimenti industriali. Il ritratto di una città pienamente inglobata nel sistema neo-liberale si contrappone al brano successivo, Am Landwehrkanal, una litania pop che ricorda la morte di Rosa Luxemburg, simbolo del comunismo tedesco.

La drammaturgia sperimentale di Zivilisatorisches Missgeschick è un manifesto noise industrial e rappresenta uno dei momenti migliori dell’album, mentre la title-track mette in mostra la natura eclettica di Bargeld & co., destreggiandosi fra industrial, musica classica e spaghetti western. Chiude Tempelhof, un viaggio artistico, mosso da un sound soffuso e notturno, che parte dal Pantheon di Roma e arriva fino all’aeroporto di Berlino.

Alles in Allem è sicuramente un album che non aggiunge né toglie nulla alla discografia degli Einstürzende Neubauten, ma rimane un lavoro che, nel suo intento quasi commemorativo, riesce a risultare non solo a suo modo moderno, ma anche particolarmente godibile.

Al netto di qualche inevitabile momento di stanchezza che traspare nel corso dei minuti, l’insieme è complessivamente positivo e regala alcuni dei pezzi migliori fra la discografia del nuovo millennio del gruppo.




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