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Edouard Ferlet: ai confini tra uomo e tecnologia

Per perpetuare la creatività dell’uomo c’è bisogno dell’azione di una macchina? Qualunque sia la risposta a questa domanda, è innegabile pensare al futuro della musica senza il connubio uomo-macchina. Questa convivenza ha contribuito all’innovazione di un genere come la musica classica contemporanea, basti pensare a Nils Frahm, Grandbrothers e Hauschka, artisti visionari e innovatori in grado di oltrepassare il confine tra composizione e improvvisazione, complessità e semplicità, umano e meccanico, associando i suoni sintetici alle emozioni umane.

Tra questi rientra anche il pianista francese Edouard Ferlet. La sua musica è un concentrato di tecnologia, improvvisazione e suoni classici sapientemente reinventati attraverso l’uso di Pianoïd, due pianoforti di cui uno meccanico (Disklavier) azionato da un controller midi con il quale il nostro controlla il ritmo o la velocità delle note.

Attraverso il dialogo tra i due pianoforti, Ferlet esplora le infinite possibilità offerte da questo dispositivo muovendosi verso nuovi territori musicali.

Reset, pubblicato il 9 dicembre da Mélisse, label personale dell’artista francese, anticipa l’uscita di un nuovo album prevista per il 2023. La melodia è al centro di questo nuovo Ep con le quattro composizioni che a volte flirtano con influenze più pop, altre con l’electro.

Si parte con il flusso svolazzante di RYTHMOÏD, nei tre minuti e 24 secondi della prima traccia Ferlet suona raffinati accordi con la mano destra mentre il Disklavier manda in loop una serie di tintinnii utilizzati come parte ritmica. Nella parte centrale il nostro crea un interessante contrasto tra le tonalità dissonanti e i morbidi fraseggi del piano classico dando all’ascoltatore la bellissima sensazione di fluttuare nell’aria.

Reflex, il primo singolo, nasce collegando le melodie del pianoforte con i pattern ritmici creati sul Pianoïd. La composizione suona in maniera avvolgente e ipnotica con una superba parte sincopata nella coda che dà al piano sembianze aliene.

Non c’è dubbio sull’inventiva di Edouard Ferlet, le sue idee sono ben messe a fuoco in Reset, testimonianza di un artista che spinge la sua arte al limite, non accontentandosi delle facili soluzioni, tracciando la rotta di un viaggio sonoro nel quale tutto può accadere all’improvviso.



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