L’esorcismo emotivo degli E3l
In un panorama sonoro spesso votato alla perfezione, E3l irrompe con una presa di posizione radicale: un esperimento di suono e auto-cancellazione che sfida le convenzioni dell’ascolto.
Con un approccio deliberatamente selvaggio e intransigente, il duo berlinese demolisce la forma canzone, trasformando la struttura di un brano in un campo di battaglia tra noise, breakdown e violenti breakcore.
Pubblicato il 21 novembre su Solium Records, Bitch in a well with an eel è un viaggio immersivo e disturbante, dove le registrazioni di telefonate, i campioni da internet e le note vocali si fondono in un vortice di distorsione digitale e saturazione, spingendo il suono al limite dell’ascolto stesso.
L’opener dell’album, Boredom, si distingue per una linea di bassotrascinante e propulsiva che scandisce il brano. Le frasi urlate con rabbia si armonizzano perfettamente con la ritmica frenetica, creando un assalto sonoro caotico e destrutturato. Si tratta di un ibrido tra punk e gabber che sorprende e colpisce violentemente l’ascoltatore.
I don’t give a fuck si presenta come un caleidoscopio di campioni sonori legati da una ritmica dritta e disturbante, che si apre immediatamente alle urla di Ilja, voce del duo. Sebbene l’inizio sia più lento rispetto all’opener, il duo non tarda a raddrizzare il tiro, scaricando sull’ascoltatore una potente dose di noise e ritmi pesanti.
Pieno di caos e di una potenza travolgente, Bitch in a Well with an Eel si distingue come un brano intenso e coinvolgente, sostenuto da una batteria selvaggia, frenetica e dalla tensione quasi palpabile. In questa quarta traccia, il mix esplosivo e corporeo di digital hardcore, breakcore e noise raggiunge forse la sua forma più primitiva e pura, portando l’ascoltatore in un vortice di suoni caotici e sfrenati che sembrano sfidare ogni convenzione musicale.
Senza strutture convenzionali, E3l crea un’esperienza sonora che è più un atto di autodistruzione che una semplice musica: un esorcismo emotivo, un loop catartico di perdita e rabbia, che invita l’ascoltatore a immergersi nell’oscurità del proprio limite.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.

