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Ancora un passo in avanti…

Era il 2015, l’anno della pubblicazione di 7, con il quale Dario Faini si presentò al grande pubblico. Dardust ha avuto il merito di ritagliarsi uno spazio importante in Italia proponendo un mix tra musica classica, elettronica e minimalismo. Niente di nuovo e originale se si pensi a nomi come Nils Frahm e Ólafur Arnalds che sono riusciti a portare la musica neoclassica in tutto il mondo, ma a Faini va dato il merito di averla resa Pop nel nostro Paese, dando così visibilità ad un genere che fino a pochi anni fa veniva considerato di nicchia.

Da 7 ad oggi di anni ne son passati, da allora Dardust è diventato uno dei produttori italiani più richiesti in ambito Pop, firmando molte delle hit che abbiamo ascoltato alla radio.

Il 17 gennaio 2019 è una data che segna il suo ritorno da solista con S.A.D. Storm And Drugs, pubblicato per Sony Masterworks e Artist First, l’album che chiude la trilogia iniziata con 7 e Birth.

Il nuovo album enfatizza ed esalta maggiormente le due anime di Dardust, quella neoclassica e quella elettronica, senza tralasciare elementi pop ed EBM. Faini è riuscito così ad ottenere un sound sempre più personale distaccandosi dalla neoclassica pura.

L’album si apre con il delicato incedere di Sublime, traccia che ha anticipato l’uscita di S.A.D. Storm And Drugs. Atmosfere eteree disegnate dalle note del piano che ad intervalli regolari rivelano l’anima più elettronica di Dardust esplodendo sul finale in una coda EBM tutta da ballare. Già dalla prima strumentale siamo al cospetto di una suite che fa della maestosità e delle parti orchestrali i punti di forza della musica di Faini. Con la successiva Prisma veniamo investiti da un’ondata di freschezza: il piano si poggia su un tappeto di synth e arpeggiators dai toni angelici con campioni vocali che scandiscono il tempo come se avessero una funzione ritmica.

Non mancano nel disco momenti più pacati e raffinati come la suite minimalista Without You che strizza l’occhio al maestro Ryuichi Sakamoto o la sigurrosiana Beautiful Solitude, un viaggio attraverso la melodia senza rinunciare alle atmosfere estatiche.

Se pensavate di aver ascoltato già tutto della musica di Dardust vi stavate sbagliando, con la title track Faini si apre a nuovi orizzonti introducendo elementi di lo-fi hip hop nella suite neoclassica portando la sua musica ad uno step successivo. Degna di nota è Sturm I – Fear tra arpeggiators, field recordings, un beat hip hop che viene fatto impazzire sfociando in una drum and bass violenta, il tutto legato insieme dal piano ,il filo conduttore di tutta la musica di Dardust.

Ancora un passo in avanti per il musicista di Ascoli Piceno che ad ogni disco esplora nuovi mondi ed aggiunge elementi nuovi alla sua musica per continuare a sorprenderci e stupirci.




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