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ARAN, un album malinconico ma pieno di speranza

Pubblicato per Gizeh, ARAN è un viaggio sonoro intenso e coinvolgente, dove il fragile equilibrio tra natura e umanità si svela attraverso un dialogo tra musica e immagine.

L’album di Christine Ott e Mathieu Gabry, nato dall’ispirazione delle opere cinematografiche di Robert Flaherty, è un’odissea emotiva che unisce impressionismo, musica da camera e sonorità sperimentali.

Il progetto cattura la forza e la delicatezza di un’isola irlandese battuta dalle tempeste, raccontando la vita di una famiglia di pescatori e il loro eterno confronto con gli elementi naturali. Tra richiami a Chopin e Debussy e un’energia  che si riflette nello spirito dei  brani, questa colonna sonora cinematica si rivela un capolavoro di introspezione e speranza.

Ott riesce a esprimersi con maestria attraverso il suo pianoforte, catturando l’ascoltatore in brani da camera come Opening Credits / Aran Theme. La semplice malinconia di queste composizioni viene avvolta da un tappeto di droni che ne amplificano la struggente melodia, creando un’atmosfera intima e avvolgente. Lento ma inesorabile, il tema si trasforma progressivamente in un delicato schizzo impressionistico, regalando un’esperienza sonora ricca di emozioni e sfumature.

L’apparition / Le débarquement si apre con un tappeto ambient luminoso e arioso, su cui si innalza e si espande la melodia del pianoforte, creando un’atmosfera avvolgente e meditativa. All’improvviso, un colpo di scena interrompe questa calma apparente, esplodendo in un’onda di emozioni intense che rendono l’ascolto non solo coinvolgente, ma anche totalizzante. Questa traccia si rivela così un’esperienza sonora capace di catturare e trascinare l’ascoltatore in un viaggio emozionale senza confini.

In Three and the Elements, il pianoforte e il Boite à Bourdon si intrecciano in un abbraccio sonoro che sembra tessere un delicato arazzo di emozioni, avvolgendo l’ascoltatore in un’atmosfera di pura meraviglia. La musica si sviluppa con un ritmo lento e avvolgente, percorsa da raffinate melodie che invitano alla contemplazione. I rintocchi del Boite à Bourdon si insinuano dolcemente nel sottofondo, accompagnando i delicati passaggi del pianoforte e creando un soundscape che richiama un antico carillon, intriso di nostalgia.

The Fishing Line unisce magistralmente i suoni delicati dell’arpa e le percussioni analogiche, creando un’atmosfera sognante. La musica narra in modo giocoso e poetico la storia di un giovane pescatore in cima alla scogliera, i cui movimenti precisi e aggraziati con la lenza si trasformano in loop ripetitivi e glissandi, evocando l’inesorabile scorrere del tempo e la magia del momento.

Christine Ott e Mathieu Gabry si completano a vicenda in ARAN. La loro esecuzione è impeccabile, dando vita a una storia musicale di grande bellezza e intensità, in cui ogni dettaglio si fonde con sensibilità e maestria. È un viaggio che naviga tra momenti di fragile delicatezza e improvvise esplosioni di emozione.



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