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«L’unica differenza tra musica e rumore è l’intenzione»

(Pierre Schaffer)

 

Più volte recensito su queste pagine, Chelidon Frame è il progetto noise/drone del chitarrista milanese Alessio Premoli.

Pubblicata tramite l’inglese Difficult Art And Music, Flatline Voyages, la sua ultima uscita, è un’indagine sulle relazioni tra la musica drone e i segnali radiofonici a onde corte/medie, liberamente ispirata da alcuni passaggi di Mark Fisher.

Nella release il nostro combina una serie di registrazioni SDR provenienti da tutto il mondo e suoni raccolti da colleghi musicisti, coalizzandoli in nove paesaggi sonori artificiali dalla lenta evoluzione.

Con Flatline Voyages siamo pronti ad immergerci in una nuova dimensione, dove nostalgia, assenza, distanza e presenza convivono a partire da _line Voyages. Modulando le onde e sovrapponendole con i droni, Chelidon Frame elabora i suoni creando un’estetica immediatamente identificabile.

A Circle Has No End si apre con un lungo passaggio di toni inquietanti che suonano come un carillon spettrale. Mentre si susseguono le voci alla radio, i droni si gonfiano e vibrano formando una stanza musicale d’avanguardia che accoglie il caos della percezione. Diversamente in In I Reached (feat A Distant Shore, Asymmetric Cut, Andrea Marinelli) i toni si ammorbidiscono e l’atmosfera diventa placida. Echi ambientali apparentemente comuni diventano nelle mani di Premoli un mezzo per esplorare un mondo costretto ad allontanarsi da noi.

Con A Certain Sense of Loss i droni diventano inquieti, flussi sinuosi a tratti interpolati dalle interferenze della radio che contribuiscono a dare dinamismo alla composizione.

In chiusura la title track è un continuo sali e scendi di emozioni, un brano aperto da una cascata sintetica che si tramuta in lenti arpeggiatori fino a diventare lentamente un groviglio di voci campionate dalla radio.

In Flatline Voyages Chelidon Frame decontestualizza sia i segnali radiofonici sia i suoni provando a costruire ambienti sonori contraddistinti da momenti di tensione costante e altri distesi, unici nel loro genere, che ci conducono in un viaggio sinestetico profondamente evocativo.



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