Bridget Ferrill mette a nudo la fragilità degli strumenti
Dopo il suo Ep Only (ENXPL) del 2021, la compositrice e artista del suono Bridget Ferrill, ritorna con Domschatzkammer, un album che rappresenta un viaggio intimo e sperimentale nel mondo dell’arpa e delle sonorità elettroacustiche.
In questo lavoro, la Ferrill ha messo insieme il contributo di musicisti di talento come Liam Byrne (viola), Lisa Murray (organo) e Peder Simonsen (tuba microtonale) creando paesaggi sonori che riescono ad essere contemporanemente incantevoli e provocatori, rilassanti e impetuosi.
L’album si apre con Biblically Accurate Heartbreaker, un distillato di note dall’aspetto enigmatico e sfuggente. Archi, viola e arpa si confrontano in un dialogo ricco di contrasti: melodiosi e dissonanti, crudi e organici, creando un flusso irrequieto di lucide intuizioni avantgarde. Questa affascinante apertura cattura immediatamente l’ascoltatore, immergendolo in un universo sonoro complesso, dove ogni nota sembra nascondere un senso profondo e misterioso.
Con What was the World to me, Ferril rivela una profonda intimità con la viola da gamba, attraverso pattern fragili e minimalisti che ne esaltano la delicatezza. La seconda traccia si distingue per un carico di pathos intenso, grazie a progressioni armoniche che risuonano con maggiore intensità. I toni caldi e avvolgenti contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva, immersiva e capace di coinvolgere profondamente l’ascoltatore.
Melodie ronzanti e toni magnetici caratterizzano Give me Excess of it, un brano ricco di slanci, influenzato dalla musica da camera. Il lento movimento delle corde, delicatamente sferzate, fa da sfondo a un’esecuzione più vibrante, creando un intenso contrasto tra le diverse atmosfere evocate dalla viola. Questa composizione si distingue per la capacità di alternare momenti di delicatezza a episodi di grande energia, offrendo un’esperienza sonora ricca di sfumature.
Mettendo in primo piano le sfumature dell’estetica minimalista e della musica folk celtica, ma infondendo in essa un’anarchica energia punk, Domschatzkammer sfida le convenzioni e abbraccia il disallineamento, l’imperfezione e la frammentazione dei suoni, dando vita a un’esperienza sonora profondamente personale e innovativa.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.

