Hexed!: il delirio sonoro di Aya
Se nel 2021 il debutto Im Hole proiettava Aya fra i nomi più interessanti da tenere d’occhio, complice una proposta elettronica talmente sui generis da rendere impossibile tracciarne le coordinate (semplificando si potrebbero scomodare le etichette deconstructed club, gitch hop, UK bass), le ultime due uscite confermano pienamente quanto di buono si era già percepito.
L’Ep Lip Flip (2024), in particolare, metteva in luce delle sonorità ancora più a fuoco, giocando costantemente fra le influenze musicali prima citate senza mai scadere nel cervellotico. Uscito a breve distanza dall’Ep, Hexed!, fuori il 28 marzo 2025 per Hyperdub, sembra voler proseguire il discorso, aumentandone la carica esplosiva e sperimentale.
La decostruzione dell’idea di “elettronica” diventa totale e i brani si susseguono come schegge impazzite a cui è spesso difficile stare dietro e cogliere tutte le sfaccettature. Così, in dieci pezzi per mezzora abbondante di musica, c’è spazio per tutto, ma proprio tutto, lo scibile sonoro di Aya: l’industrial hip hop imbastardito di gabber in off to the ESSO, le astrazioni senza fine di the names of Faggot Chav boys, il trip hop declinato in chiave industrial di heath death, l’assurda fusione fra noise, dark ambient ed esplosioni improvvise di peach.
Ogni brano contiene un seme, un’idea pronta a scombussolare le carte di uno stile già di per sé sfuggente e difficile da afferrare. Ad esempio, droplets sembra provenire da un luogo ultraterreno, sospesa in un’atmosfera placida e a tratti aliena, ma già la successiva navel glazer mischia il mazzo e riporta i piedi sulla terra in un’allucinazione a metà fra bubblegum bass e synth punk. In chiusura, il silenzio di droni di The Petard is my Hoister viene immediatamente spazzato via dagli echi digital hardcore della conclusiva Time at the Bar.
Non c’è pace nella musica di Aya se non quella volutamente inserita per contrastare un delirio sonoro dagli sterminati spunti. La musicista inglese è in crescita costante e sembra sia sulla direzione giusta per trovare una quadratura definitiva ad un sound tra i più particolari degli ultimi anni.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.