Metropolis Redux, un ponte tra passato e futuro
Nel cuore di un mondo che continua a riflettere sulle sue contraddizioni, AkA torna con il suo nuovo album, un’opera concepita come un viaggio tra passato, presente e futuro.
Metropolis Redux si ispira all’iconico film muto di Fritz Lang, Metropolis, un capolavoro che esplora temi di lotta di classe, passione e inganno in un contesto transumanista, rimanendo sorprendentemente attuale.
Attraverso le tracce di questa nuova opera, AkA invita gli ascoltatori a “pulire le orecchie”, stimolando un’analisi critica e una riflessione profonda attraverso sonorità cinematografiche e visivamente immersive.
L’album si compone sia di lunghe suite che di piccoli frammenti sonori, come ad esempio The Son’s Club, una traccia di soli 54 secondi che si distingue per la sua purezza e bellezza: i synth disegnano un delicato intro ambient, rapidamente sovrastato dall’ingresso prepotente e caotico degli arpeggiatori, utilizzati per creare uno stato di tensione ansiogena.
Al contrario, Moloch! si caratterizza per una ritmica ossessiva e un tessuto sonoro acido, che risente delle influenze della musica cosmica. Questa traccia si distingue per il suo forte impatto mentale, grazie a una struttura interessante che guida l’ascoltatore attraverso un saliscendi di dinamiche, rendendo l’esperienza coinvolgente e intensa.
Il brano Master of Metropolis, con la sua ritmica ipnotica, evoca la sensazione di trovarsi in apnea, grazie all’intervento di arpeggi delicati che distendono l’atmosfera e permettono all’ascoltatore di respirare profondamente. Al contrario, Alone in the Dark si presenta subito spiazzante: le iniziali note ariose vengono immediatamente triturate da un ambiente sonoro ostico e cupo. Un pattern di arpeggiatore cattura immediatamente l’attenzione, mentre sullo sfondo una serie di rumori differenti conferiscono al brano sfumature nuove e imprevedibili durante il suo scorrere.
Questo album non è solo musica: è un ponte tra passato e futuro, un invito a interrogarsi sulla nostra evoluzione e sulle nostre scelte, in un viaggio sonoro che rende omaggio e rivisita la leggenda di Lang con una nuova, affascinante interpretazione.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.

