Decorod: un viaggio sonoro destrutturato tra glitch e atmosfere ipnotiche
Dario Capasso torna alla ribalta con il suo progetto solista Aedact, portando avanti una ricerca sonora che unisce le atmosfere astratte e destrutturate già apprezzate nelle sue precedenti album collaborativi (vedi Acron e Anemnian).
Il suo nuovo album, Decorod, pubblicato dall’etichetta romana Eklero, è un lavoro che si distingue per la sua capacità di tessere intricate trame di glitch, figure poliritmiche e sound design liminale, mantenendo vivo il dialogo tra le influenze di Autechre, Warp e Noton.
Un progetto che conferma la maturità artistica di Capasso e il suo talento nel creare paesaggi sonori destrutturati e ipnotici, proseguendo con coerenza e innovazione il suo percorso musicale.
La prima traccia, Endenal, è profondamente frammentata: un flusso implacabile in cui Aedact utilizza una melodia di synth per umanizzare la sua composizione. Le forme sonore, pur iniziando e interrompendosi bruscamente, mantengono una progressione coerente, dando così vita a un incubo vivido e avvolgente.
Con Zidiac arriva una potente ondata di frammenti sonori: esplosioni di bruciante rumore elettronico si dissolvono in un mix di industrial rumoroso, ritmi minimalisti ed esperimenti tonali droneggianti. Una traccia imponente, caratterizzata da sonorità fisiche e assordanti, che coinvolge e cattura l’ascoltatore con la sua intensità.
Mobsix è un mix esplosivo di suoni prismatici, scoppiettanti e affilati come rasoi, mentre gli spazi di silenzio che si aprono sono altrettanto essenziali e intenzionali quanto le pulsazioni sonore che punteggiano l’intera composizione.
I suoni di Decorod emergono fugacemente dalle ombre, per poi dissolversi nuovamente nel silenzio, lasciando uno strano senso di vuoto intenso e cupo. L’album richiede più ascolti per decifrare il ricco e complesso vocabolario sonoro di Aedact. Le sue composizioni si muovono verso sperimentazioni di dinamica e frequenze, riorganizzando il modo in cui l’ascoltatore si relaziona agli elementi sonori fondamentali, avvolgendolo in un’atmosfera inquietante e visionaria che ne fanno un viaggio unico e immersivo.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.