Quiet Pieces: sospesi tra ricordi ed emozioni
Guido Zen in arte Abul Mogard, noto per la sua capacità di tessere trame dalle atmosfere lente e nostalgiche, torna con un’opera che si distingue per la sua maestosa e affettiva profondità.
In Quiet Pieces, Mogard ripercorre un percorso intimo e autobiografico, trasformando schizzi non completati e frammenti di memoria in un viaggio sensoriale sospeso tra ricordo e invenzione.
L’ispirazione nasce da una scoperta fortuita: una collezione di dischi classici a 78 giri appartenuta a uno zio recentemente scomparso, che diventa il catalizzatore di un processo creativo atto a superare il blocco artistico e a evocare echi del proprio Io attraverso i timbri e le atmosfere di quei vecchi dischi.
Il risultato è un’opera contemplativa e ricca di emozioni, che invita l’ascoltatore a perdersi in un paesaggio sonoro fatto di colori immaginari e spiriti tintinnanti.
La prima traccia di Quiet Pieces, Following a Dream, si fa progressivamente più densa e avvolgente man mano che il brano si sviluppa, spesso con un andamento leggermente balbettante. Sotto questa tessitura si trovano accordi morbidi e confortanti, che mantengono il pezzo in continuo movimento e conferiscono un senso di calda familiarità.
Con le prime due tracce, Mogard si è concentrato sulla creazione di muri di suoni da plasmare, mentre in In a Studded Procession le dinamiche del brano si sviluppano lentamente, crescendo con delicatezza. Attraverso l’uso della sintesi granulare, l’artista abbozza una melodia che si distingue per il suo marchio timbrico unico e riconoscibile, rendendo il suo sound immediatamente identificabile tra mille.
Con Like a Bird Mogard immerge l’ascoltatore in un muro di suono avvolgente ed edificante: una pioggia di droni minimali che trasmette la sensazione di una fluttuazione placida. È il modo ideale per concludere l’album, grazie a un’architettura sonora densa, caratterizzata da modulazioni discrete e timbri cupi, che avvolge e cattura l’ascoltatore in un’atmosfera sospesa e intensa.
Con Quiet Pieces, Abul Mogard costruisce strutture sonore che sfiorano l’intangibile, invitandoci a immergerci in un paesaggio sonoro che è allo stesso tempo vasto e intimo, etereo e tangibile. Un album che non solo ascolti, ma che vivi e percepisci, lasciandoci con la sensazione di aver attraversato un luogo silenzioso eppure carico di profondità.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.