Holotone e SØVN: identità sonore libere oltre i canoni di genere
Holotone e SØVN appartengono alla stessa costellazione: quella delle etichette che rifiutano i confini e inseguono un’idea di musica guidata da ricerca, intuizione e libertà.
Holotone è nata nel 2016 come piattaforma svincolata da identità di genere, dove ogni uscita è un atto di immaginazione radicale, un luogo in cui il suono si fa esplorazione percettiva e riflessione sulla realtà stessa.
SØVN, invece, è attiva dal 2015 ed è profondamente radicata nella tape culture, che trasforma la sperimentazione in un gesto comunitario, multidisciplinare e quasi artigianale, rifiutando calcoli economici e seguendo un approccio spontaneo e punk.
Entrambe le label condividono un’attenzione rara verso la visione degli artisti, unita alla convinzione che la libertà creativa venga prima di tutto. Nonostante questo, si muovono in traiettorie differenti: più concettuale e teorica Holotone, più relazionale e collettiva SØVN. Due modi diversi di abitare l’avanguardia, ma un’unica spinta a farla evolvere.
In queste interviste, le loro voci scorrono parallele, mostrando come si possa immaginare e plasmare un’altra idea di etichetta indipendente.
![]() Holotone Holotone è un’etichetta che non si limita a un genere in particolare, ma sottolinea piuttosto la libertà degli artisti di esprimere la propria visione come meglio credono. |
| Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale. Holotone è nata nel 2016 con l’intenzione di creare una piattaforma di musica indipendente concettualmente e di fatto slegata da identità ben definite di generi musicali: è il mio umile contributo alla libera creazione artistica. Inoltre, avere una piattaforma che gestisco personalmente mi permette anche di rilasciare mio materiale senza dover necessariamente percorrere il faticoso cammino di dover trovare una label disposta ad investire nella mia musica. Ci racconti come hai scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare. Holotone deriva dall’associazione di due parole: “Holo” e “Tone”. Holo riguarda la mia fascinazione per il principio di “Universo Olografico”, non tanto per la teoria in sé quanto per l’impatto dirompente e radicale che potrebbe avere a livello strutturale nell’alveo del pensiero contemporaneo laddove provata. Da questo punto di vista il suono (Tone) potrebbe essere comparato, metaforicamente parlando, a qualcosa che potrebbe mostrare alla nostra coscienza, e più precisamente al nostro sistema cognitivo, che la realtà non è sempre quello che sembra essere. Inoltre, il principio di “Universo Olografico” tenderebbe, su un piano di fisica teorica, ad unificare relatività generale e meccanica quantistica. Traslando tale moto unificatore alla creazione artistica, ci troviamo dinanzi al secondo motivo di ispirazione che collega, appunto, “Holo” e “Tone”. Qual è il disco prodotto al quale ti senti più legato e perché. Domanda difficile: ogni release rappresenta una storia unica. Sì,domanda estremamente difficile. Probabilmente “Extraxt/Transform/Load” di SWARMM. Ascoltai la sua musica per la prima volta nel 2017 (credo che lui avesse appena 20 anni) e pensai subito: questo ragazzo è avanti di 10 anni. Quella musica prese poi la forma di “Extraxt/Transform/Load”, e credo fermamente che la potenza visionaria di quell’EP sia prorompente. Un artista che ti piacerebbe produrre. Altra domanda complicata, ce ne sarebbero davvero tanti… Su due piedi te ne direi due: Iron Lang e Spime.im In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico? Credo che il ritorno economico sia un fattore da non tenere assolutamente in considerazione se nel 2025 vuoi rilasciare musica di un certo taglio, soprattutto in un periodo in cui lo streaming sta fagocitando abitudini di fruizione della musica e mercato indipendente. E temo nel futuro sarà ancora peggio. Se digitale o fisico non so, personalmente lo decido senza un grosso brainstorming, andandoci cronicamente a perdere posso decidere di pancia. Ammetto di essere fortunato perché curo mastering e postproduzione personalmente, inoltre l’aspetto grafico è curato in maniera profondamente supportiva da un’artista a me molto vicino, Nothus. Questo mi permette di avere sempre un pochino di extra-budget da investire in un eventuale supporto fisico. Budget che puntualmente non recupero mai, ma va bene così. It’s for the sake of free art after all. Progetti per il futuro. A breve rilascerò un Album di LEICHE, progetto solista del noto artista & performer Marco Donnarumma, in formato digitale + CD in DVD box, tiratura limitata. Dopodiché ci sarà un mio album (quasi sicuramente gennaio 2026) in trio con il percussionista Pino Basile e il sassofonista Angelo Manicone. Infine, in pipeline c’è un lavoro di 2 artisti italiani (iii + Sophase) e un various artist. |
| Bandcamp |
![]() SØVN SØVN è un’etichetta indipendente fondata da Andrea Bruera e Francesco Ameglio, attiva dal 2015 nel panorama della musica sperimentale e della tape culture. Con un focus particolare sui suoni innovativi e sperimentali, SØVN si distingue per la sua apertura a tutte le forme d’arte, promuovendo un approccio multidisciplinare e creativo nel mondo dell’arte contemporanea. |
| Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale. Andrea: Ci conoscevamo da tanti, tanti anni – facevamo parte delle scene locali del posto dove siamo cresciuti, prima Pinerolo, poi Torino. Dopo tanti anni passati a correre dietro ai generi più disparati, essendo parte dei gruppi più diversi, ed esperienze di studio all’estero – ci siamo re-incontrati, abbiamo scoperto che avevamo cominciato a fare musica elettronica sperimentale in progetti solitari, e ci siamo detti – ci manca suonare in gruppo! perché non fare un’etichetta come maniera per tornare a fare “cose da gruppi” – supportarsi gli uni con gli altri, conoscere gente che fa musica che ti piace, fare concerti e far parte di una scena? Francesco: In realtà è stata una decisione abbastanza pratica, sia io che Andrea avevamo della musica pronta per essere pubblicata e non avevamo contattato nessuna label, a quel punto ci siamo detti perché non farlo noi stessi? Inoltre, nel 2014/2015, il periodo in cui abbiamo cominciato, studiavo all’Institute of Sonology a Den Haag ed ero circondato da artist* incredibil* che ammiravo tantissimo e continuavo a dirmi che sarebbe stato bellissimo lavorare insieme a loro e poter far sentire la loro musica il più possibile al di fuori dell’ambito accademico. Ci raccontate come avete scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare A: Stavamo cercando un nome – una sera stavo guardando la serie “Riget” di Lars Von Trier – la prima stagione è davvero pazza! – e ad un certo punto è apparsa sullo sfondo questa parola – Søvn – c’era un “laboratorio del sonno” – cioè un posto dell’ospedale dove stanno le persone che hanno problemi di sonno, perchè si possa registrare il loro cervello mentre dormono e capire cosa non va. Ho pensato – bell’idea un laboratorio del sonno! – l’ho proposta agli altri ragazzi, è piaciuta, e l’abbiamo adattata. (non potevo sapere che le cose sarebbero andate così, ma ora – 10 anni dopo – lavoro come ricercatore nelle neuroscienze – mi è sembrato il minimo fare della musica – che uscirà tra poco – trasformando in suono e musica delle registrazioni di cervelli che dormono) F: Per la scelta del nome il merito va tutto ad Andrea e alla sua immensa cultura cinematografica. Quando me l’ha proposto ho pensato subito che fosse perfetto e non ho avuto niente da ridire, non mi ricordo neanche se avessimo altri potenziali nomi. Qual è il disco prodotto al quale vi sentite più legati e perché. A: Ogni scarrafone è bello a mamma sua 🙂 direi la compilation che abbiamo fatto dopo il covid (music for queuing at the supermarket) perché mette tuttx insieme – era stato bellissimo sentire l’entusiasmo delle persone che avevamo prodotto quando abbiamo proposto loro di far parte del progetto della compilation e nel mandarci un pezzo! F: Ovviamente tutti i lavori che abbiamo pubblicato hanno una storia da raccontare ma soprattutto persone stupende con cui in un modo o nell’altro abbiamo legato nel tempo, è un po’ come chiedere a quale figlio vuoi più bene… Se proprio dovessi scegliere ti direi Rendered Environment di Adam Juraszek. Adam è uno dei musicisti che più ammiro e rispetto, di una genuinità infinita e con una sensibilità artistica rara e imprevedibile. Penso spesso a quanto quell’EP fosse precursore di alcune sonorità che poi sarebbero diventate mainstream da lì a qualche anno, quanto già ci fosse scritto in quei 5 brani. Un artista che vi piacerebbe produrre. A: Rie Nakajima – le proporrei di fare come release fisica un oggetto dei suoi, che le persone possono far suonare nello spazio come lei fa nei suoi concerti! F: Kevin Drumm. Un altro esempio di artista che ha anticipato moltissimo alcune sonorità pur rimanendo nell’underground con una prolificità incredibile. Avevo letto un’intervista a Jim O’Rourke dove raccontava che quando sentì per la prima volta Kevin Drumm decise che non avrebbe più toccato la chitarra perché non c’era più niente da dire per lui, Drumm aveva detto tutto. Mi ha sempre fatto sorridere questa cosa. In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico? A: Prima di tutto: non ci interessa il lato economico! lo facciamo per il piacere di conoscere e promuovere musica che ci piace, per ‘esserci’ e fare la cosa (che pensiamo essere) giusta – proponendo musica e musiche nuove che possano essere capite e fruite non solo da nerd e musicistx, ma anche da persone qualunque. E poi, come formato fisico… puntiamo sui concerti! che sono il formato fisico più bello – presente, mutevole, un modo di mettere le persone insieme attraverso dei suoni un po’ strani. le cassette ci divertono, ma non sono abbastanza… 🙂 F: Non saprei, la nostra attitudine riguardo queste scelte è ancora molto punk, se vogliamo fare una tape facciamo una tape, se invece pensiamo possa funzionare su CD facciamo un CD, se invece funziona solo digitale sarà solo digitale. Insomma, è abbastanza tutto libero e improvvisato, proviamo a pensarci il meno possibile. Il ritorno economico è qualcosa che non ci è mai appartenuto, SØVN è nata fuori da discorsi economici o di mercato, i soldi non sono mai stati troppo parte dell’equazione. Fintanto che si regge in piedi da sola per noi è ok. Progetti per il futuro. A: Quello che mi dico (senza estintore in mano, per adesso, ma mangiando pizza): Do the right thing! F: Stiamo festeggiando i 10 anni di attività con concerti in giro per l’Europa, questo sabato saremo a Barcellona e il 25 ottobre suoneremo a Lione. Ci sono un paio di release in arrivo entro la fine dell’anno e stiamo lavorando al calendario del 2026. |
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Appuntamento al prossimo numero di Rapide!
Contaminati.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.



