Ribelli del DIY: Liburia records e Solium si raccontano.
Due anime discografiche agli antipodi si incontrano in questo nuovo numero di Rapide. Da un lato Solium Records, la net-label franco-italiana che catalizza energie creative e le trasforma in cassette di rap sperimentale, noise e ambient; dall’altro Liburia Records, giovane avamposto campano che traghetta le tradizioni world e folk verso linguaggi elettronici contemporanei. Diverse per storia, identità territoriale e catalogo, entrambe condividono la scelta di restare indipendenti, di sperimentare sui formati fisici e di farsi ponte tra radici locali e network globali. Le interviste che seguono mettono a fuoco il loro approccio DIY, le sfide economiche del presente e i progetti che faranno suonare il 2025.
![]() Liburia records Liburia Records è un’innovativa etichetta discografica nata nel 2019 in un territorio ricco di storia e tradizione tra Napoli e Caserta. Nasce come un contenitore multidisciplinare con due cataloghi distinti: Liburia Experimental e Liburia World. L’etichetta si concentra sulla musica del mondo, con un particolare interesse per artisti che non si limitano a reinterpretare le proprie radici, ma le evolvono attraverso la ricerca, l’uso dei nuovi media e i linguaggi contemporanei. |
Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale? Liburia Records è nata nel 2019 con l’obiettivo di creare uno spazio che potesse dare voce a due anime musicali ben distinte ma complementari: da un lato la World Music, in tutte le sue sfumature – dalle forme più roots e tradizionali fino a quelle più sperimentali – e dall’altro l’universo dell’elettronica e dell’elettroacustica, raccolto sotto il catalogo LIBURIA EXP. L’esigenza era quella di creare un contenitore e un vero e proprio polo di raccolta per produzioni che esplorano le nuove frontiere della tradizione e i linguaggi musicali contemporanei, spesso poco rappresentati nel panorama discografico mainstream. A distanza di sei anni – nonostante il blocco forzato di quasi due anni causato dalla pandemia – abbiamo pubblicato oltre 20 dischi, collaborando con artisti italiani ed europei. La label è uno spazio indipendente e attento alla qualità artistica, che cerca di sostenere progetti originali e profondamente legati ai diversi territori e alla ricerca sonora. Ci racconti come hai scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare? Il nome “Liburia” ha una forte valenza simbolica e territoriale. Storicamente, “Liburia” indicava quella che era conosciuta come la “Terra di Lavoro”, un’area che comprende il casertano e non solo, ed è proprio il territorio in cui l’etichetta è nata e dove operiamo tuttora. Abbiamo scelto questo nome per marcare un senso di appartenenza e di identità: un marchio che parla delle nostre radici, delle storie e delle sonorità di un luogo ricchissimo di cultura e contrasti. Qual è il disco prodotto al quale ti senti più legato e perché? Senza dubbio Luna, cera e vino dei Brigan. È un lavoro a cui sono particolarmente legato perché nasce da un’idea condivisa con Andrea Laudante. È un disco che prova a portare la tradizione musicale del casertano nel presente, senza snaturarla, ma anzi arricchendola con nuovi significati. Inoltre, è un album che racconta la terra di Liburia in modo profondo e ampio e rispettoso delle radici. Un artista che ti piacerebbe produrre? Ce ne sarebbero molti, ma se dovessi sceglierne uno oggi, sarebbe interessante collaborare con artisti che, pur non provenendo direttamente dall’ambito della musica tradizionale, hanno una visione forte del legame tra suono, narrazione e territorio. Qualcuno capace di mescolare le carte con intelligenza, senza perdere autenticità. In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico? Il digitale oggi è certamente il principale canale di diffusione, ed è fondamentale esserci. Ma crediamo ancora molto nei formati fisici – come il vinile e il CD – non solo per una questione estetica o nostalgica, ma perché esiste ancora un pubblico attento che ama collezionare, ascoltare con cura e possedere un oggetto tangibile. Anche se il ritorno economico non è immediato, il valore culturale di questi supporti resta importante per noi. Progetti per il futuro? Abbiamo in programma tre nuove uscite per il 2025: il disco del trio campano Vesevo, quello della cantautrice siciliana Luisa Briguglio, e un lavoro completamente in Griko salentino firmato da Samuel Mele ed una serie di ospiti greci tra cui Kelly Thoma e Stelios Petraki. Tre progetti vicini all’idea di Liburia Records; molto diversi ma accomunati da una stessa visione: portare la tradizione nel presente, con testi e musiche inedite che dialogano con il patrimonio immateriale del passato. |
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![]() Solium Solium Records è una netlabel specializzata in experimental rap / noise / ambient, roduzione e vendita di cassette. |
Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale. In realtà ci pensavo da un sacco di tempo. Sono sempre stato appassionato di musica e, grazie a Bandcamp, mi sono immerso piano piano nella musica sperimentale. E, sai, sono un collezionista di dischi. Prima solo vinili, poi un giorno, pagando le bollette, mi sono reso conto che i vinili erano una voragine di soldi. Così, in modo naturale, ho iniziato a comprare cassette e CD. Facevo anche un po’ di musica: nulla di cui andare fiero, diciamolo (hardcore techno non proprio fantastica) e, essendone consapevole, non ho mai pubblicato nulla. Però avevo quest’idea di far parte della scena in qualche modo: non per ottenere qualcosa, ma per portare qualcosa. L’idea era creare un’etichetta con la musica che mi piaceva e costruire qualcosa di collaborativo, un’avventura umana. Il momento in cui ho deciso che era giunto il tempo è stato quando ho comprato una cassetta di un artista di Baltimora, EU1OGY, e ho ricevuto un’email che diceva che era esaurita. Qualche tempo dopo l’ho contattato dicendogli che volevo avviare un’etichetta e ristampare quell’album. È diventato una delle prime uscite di Solium. Per rispondere all’altra tua domanda, non sentivo davvero il “bisogno” di una label personale: pensavo semplicemente che sarebbe stata una bella avventura umana. E lo è. Ci racconti come hai scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare. Pensavo di aver avuto l’idea migliore del mondo creando una tape-label chiamata “Tapeworm Records”. Ovviamente, cercando su Google, ho scoperto che qualcuno ci aveva pensato molto prima di me (si chiama “The Tapeworm” ed è una gran bella label UK). Alla fine ho scelto Solium in riferimento al simpatico vermetto Taenia solium, il verme solitario. Mi piaceva il gioco di parole, perché la taenia solium è letteralmente il nome scientifico del tapeworm. Adoro l’idea di questo parassita che ti drena energia (e denaro): è proprio la metafora dell’etichetta. Un sacco di energia spesa, e anche un sacco di soldi spesi. Qual è il disco prodotto al quale ti senti più legato e perché. Wow, domanda difficile! Mi sento legato a molte uscite, ma se devo scegliere dico “Uochi Toki – Cuore Amore Errore Disintegrazione”, perché ha aperto la porta a grandi amicizie e splendide collaborazioni. Uochi Toki è uno dei motivi per cui Solium è così connessa all’Italia. Li ascoltavo da un sacco di tempo, e un giorno li contattai: scattarono subito ottime vibrazioni, un lavoro collaborativo fantastico e, secondo me, uno degli artwork migliori che abbia mai realizzato. Ho usato varie texture di carta e fogli trasparenti per creare un booklet davvero figo. Oltre a questo, ha aperto la strada a molti progetti con Rico; ne abbiamo ancora diversi in cantiere. Un artista che ti piacerebbe produrre. Non lo so. In realtà preferisco vedere cosa la gente ci proporrà, quali collaborazioni nasceranno e che progetti finiranno per renderci davvero orgogliosi. Credo di più nello spirito collettivo e in una visione condivisa, piuttosto che nel “produrre qualcosa per un artista”. Siamo a un punto in cui Solium evolve da sola. Io e JB (entrato in label qualche mese fa) diamo le linee guida e prendiamo decisioni, ma agiamo principalmente in base a ciò che ci viene proposto. Suonerà folle, ma mi pare che la maggior parte delle persone capisca davvero di cosa tratta la label. Certo, dobbiamo rifiutare alcune proposte da parte di chi palesemente non ci conosce e cerca un servizio promozionale che non siamo. Questo è un punto fondamentale: anche se promuoviamo la musica che pubblichiamo mandando press-kit e simili, non siamo un fottuto servizio promozionale né una copisteria di cassette. Detto ciò, molte delle persone che ci contattano sanno chi siamo, ed è bellissimo vedere questo progetto che si muove da solo con proposte, a mio avviso, molto interessanti. Per rispondere precisamente alla tua domanda: sì, ci sono artisti che ci piacerebbe produrre. Tuttavia, per esperienza, so anche che a volte è una delusione lavorare con gli artisti che ammiri; spesso non hanno bisogno di una DIY-label come Solium. Preferisco pensare che ci siano un sacco di artisti che vorrei produrre e che ancora non conosco. In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico? Bella domanda. Per come lo facciamo noi, sarà sempre una nicchia, fisica o digitale. Solium è solo su Bandcamp; promuoviamo soltanto via social e email, quindi boh. So che alcune persone amano il formato fisico, ma ho anche notato che gli album pay-what-you-want funzionano, perché la gente decide quanto supportare. Comunque Solium è nata come label di formati fisici e vogliamo mantenere questa natura: serigrafare le cassette, creare le J-card al computer, stampare, tagliare, duplicare… è vero DIY, ed è proprio ciò che cerchiamo. Solium Records è prima di tutto un progetto artistico, e il supporto fisico è una figata. Inoltre siamo felici che le band abbiano cassette da vendere ai live. Progetti per il futuro. Per prima cosa, essere in due aiuterà tantissimo: decisioni migliori, lavoro diviso, quindi ho buone speranze che JB mi aiuti a stare dietro a tutto. Ho alcune uscite che non sono riuscito a far uscire a causa di troppo lavoro e delle “cose della vita reale”. Poi, nuovi supporti: presto produrremo CD per alcune prossime uscite. Sono impaziente di vedere cosa si può fare: serigrafare i CD sarà davvero interessante e darà agli artwork una nuova dimensione. Ovviamente anche più vacanze, viaggi all’estero e, si spera, portare qualche band Solium nei festival l’anno prossimo, chissà? |
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Appuntamento al prossimo numero di Rapide!
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