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EEEE e Torto Editions: pionieri dell’avanguardia musicale indipendente

In un mondo musicale dominato da giganti dell’industria e piattaforme digitali onnipresenti, emergono storie di resistenza creativa e intimità artistica.

Questo speciale di Rapide si immerge nell’universo di EEEE e Torto Editions, due etichette indipendenti che incarnano l’essenza della musica come forma d’arte, ricerca e espressione personale. Attraverso il loro impegno per la qualità sonora, l’attenzione alla produzione fisica e le collaborazioni significative, queste etichette tessono trame sonore uniche nel panorama musicale, offrendo una finestra sul potere trasformativo dell’indipendenza in musica.

Buona lettura!

EEEE radioaktiv Edizioni etiche ed estetiche (EEEE)

Fondata da Vasco Viviani, Edizioni etiche ed estetiche (EEEE) è una etichetta discografica che produce Cd, musicassette e dischi in vinile seguendo come principi la sperimentazione, il rigore compositivo e il romanticismo. Poche uscite all’insegna della qualità che fungono da ponte verso universi ancora da esplorare.

Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale.

Al momento gestisco due etichette o, meglio, un’etichetta di supporti fisici e la sua controparte digitale. EEEE, Edizioni Etiche ed Estetiche nacque per la volontà di produrre, dopo la fine delle mie precedenti esperienze di gestione etichette, il disco The Cold Plan di My Dear Killer, alias di Stefano Santabarbara, musicista sofferto e cantore fra Vergiate ed il mondo di una spleenn caratteristico ed intenso. Da quel punto, negli anni, mi è sempre più capitato, qua e là di produrre delle uscite prettamente in digitale (come un fallimentare concerto con My Dear Killer ed Aldo Becca, due brani dei Sons of Viljems, il debutto di Danilo Ligato, Rizieri, una jam session fra Francesco Giudici e Daniel Drabek. Mi sono quindi deciso a fare un po’ d’ordine, decidendo quest’anno per una divisione: DDDD per le uscite digitale ed EEEE per quelle fisiche.

Ci racconti come hai scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare.

Allora, edizioni etiche ed estetiche comprende ed esprime un intento che è quello di fare le cose per bene, con criterio, con cura. Derive di digitali dolenti al contrario è un po’ un’esondazione dei sentimenti e degli slanci, grazie al quale sono arrivato addirittura ad una compilation e ad un piano quadrimestrale per le pubblicazioni.

Sono stati nomi scelti di cuore, creando e cercando qualcosa che potesse rimanere in mente, avere una propria estetica, un proprio legame ed un proprio concetto.

Prima di loro c’era stata Pulver und Asche, quello che fummo e che saremo, cose difficili da togliere dall’angolo. Poi Old Bicycle, l’essere vecchi e ciclici, pedalando. Nel 2023 sono ufficialmente 18 anni che produco più o meno regolarmente musica, ricordo il primo disco, Geneva in Neve di Soft Black Star, l’emozione leggendone la recensione su Blow Up, Audiodrome e sul programma TV ticinese. Da allora è sempre così, ad ogni segnalazione ed ogni articolo un piccolo brivido, come per l’ultima, vostra, per ÒPARE.

Qual è il disco prodotto al quale ti senti più legato e perché.

Il debutto di Ginny è un disco che mi ha aperto il cuore, scoprendola su Instagram grazie al consiglio di un altro splendido musicista, Selfimperfectionist. Ma anche il percorso di Danilo Ligato, con il terzo album che uscirà a fine inverno e che segue un esordio digitale ed una conferma su nastro. Ogni disco poi ha storia propria, con Totale! Siamo riusciti a creare una session in studio che si è trasformato in un progetto, sono tutti pezzi di cuore che non posso amare più di altri. Devo dire che molto mi hanno dato i musicisti ma anche la vicinanza con i grafici, o con le etichette che hanno coprodotto i lavori come I Dischi di Plastica dei Camillas, le fotografie di Alessandro Ligato, le opere di Tiberio Faedi, i disegni di Malagnino, i master di Marco Milanesio, i ritratti rivisti di Cristina Crivelli, le matite di Matteo Uggeri, le stampe e gli inchiostri di Simone Type, Thomas Ray, la sua scimmia scheletro e gli aderenti alla compilation DDDD, Roberto Raineri Seth e la sua visione di Chernobyl, Kathrin Dobler e la sua elettronica intima. Daniel Drabek che si incontra con Francesco Giudici, la chitarra montana ed aerea di Alessandro Adelio Rossi, Maurizio Abate e Daniele Santagiuliana.

Un artista che ti piacerebbe produrre.

Le liste sono ovviamente infinite. Posso dirti che però mi piacerebbe combinare qualcosa con Antonio Zitarelli ed Alice Noris, in coppia a batteria e corno delle alpi, prima o poi ce la faremo e sarà una bomba. Sognando mi piacerebbe fare un disco ed un musical con i Junkie Flamingos, facendo produrre entrambi a David Lynch ed a John Waters, con Britney Spears come special guest.

In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico?

La nicchia è comunque nicchia, fisica o digitale che sia. Credo che sia importante la serietà e la costanza con la quale si progetta e si cerca di creare, veicolare e promuovere la musica, facendola entrare in canali anche meno consoni e coinvolgendo persone magari esterne a certi circoli. Quello mi piacerebbe, che da un LP come regalo di natale nasca una passione, o che da un download si scateni un interesse. Non avrò mai un ritorno economico dalle mie produzioni, lo so, ma spero che queste possano emozionare qualche ascoltatore rendendo gli artisti che in quei dischi hanno messo mani e sudore felici e soddisfatti del loro operato.

Progetti per il futuro.

Il 25 gennaio è uscito il nuovo disco di Luca Swanz Andriolo, una personale rivisitazione del Macbeth di William Shakespeare, che ho avuto il piacere di co-produrre con Marco Valenti di Toten Schwan Records. Poi come già accennato ci sarà il nuovo album di Danilo Ligato, del quale Matt Bordin sta rivedendo in questi giorni il master. In seguito avremo qualche uscita in digitale per DDDD, nella campagna acquisti ho contattato e spero di concretizzare delle uscite con Loris Cericola/Placenta, Martina Betti aka Shedir, la coppia citata più su con Antonio Zitarelli ed Alice Noris, un lavoro con Stefan Christoff, con il quale avevo già collaborato ai tempi di Old Bicycle Records nello split insieme a Post Mortem. Poi chissà? Di recente mi ha scritto Alberto Cornero, boss di Vollmer Industries da Cuneo, proponendomi una co-produzione per una band che oscilla tra il post-rock e l’electro-pop molto intimista, con voce femminile. Chi vivrà vedrà…

Bandcamp

Torto radioaktiv

Torto Editions

Torto Editions è un’etichetta genovese gestita da Tommaso Rolando che si occupa di musica impro, acustica, sperimentale ed elettronica, sempre attenta alle musiche di ricerca nel nostro Paese. Tutta la musica di questa etichetta ha una radice spirituale e intellettuale in un approccio esplorativo, una ricerca profonda e una relazione trasparente con il suono e lo spazio.

Come è nata l’etichetta e perché l’esigenza di una label personale.

Torto Editions è nata nel 2019, in concomitanza con la pubblicazione del primo vinile, insieme al musicista canadese Jean René, e all’artista Paolo Bonfiglio con cui abbiamo creato il logo e la prima produzione. Ho conosciuto Jean tramite il pittore inglese Paul Goodwin (la cui opera poi scegliemmo appunto come copertina dell’album) e dopo alcuni concerti insieme decidemmo di entrare in studio e di lì in poi l’idea concreta di pubblicare autonomamente si è sposata con la mia necessità di avere un’etichetta che potesse dare voce a tanti progetti miei, di amici e collaboratori.

Ci racconti come hai scelto il nome dell’etichetta e cosa vuole significare.

La scelta è data da una questione di assonanza col mio nome, ma anche di significato. Avere torto è sicuramente una posizione che chiunque cerca di rifuggire o evitare, inoltre per il torto e la ragione i conflitti umani sono in grado di diventare drammi famigliari o addirittura nazionali. Poi “torto” significa anche tortuoso, non lineare e può rappresentare un pò le musiche che si possono trovare nei dischi prodotti, che sono non allineate e avventurose.

Qual è il disco prodotto al quale ti senti più legato e perché.

Sicuramente la prima uscita con Jean René, ma anche aver pubblicato il disco del concerto di febbraio 2020 con Andy Moor, prima che il lockdown ci costringesse a fermare tutto, ha un significato molto profondo. Una testimonianza live di un concerto intimo con famiglie e bambini nell’entroterra di Genova, con un musicista che è stato sempre un riferimento enorme per me.

Un artista che ti piacerebbe produrre.

Non saprei se rispondere precisamente a questa domanda. Come è capitato finora, ho amato molto stupirmi di aver prodotto artisti con cui le collaborazioni sono nate in maniera spontanea, senza forzature. Nel senso che, il pensiero che c’è dietro le produzioni non è altro che la materializzazione di qualcosa che si è mosso dal punto di vista umano e artistico in precedenza. A brevissimo uscirà in cassetta il disco di Cloud Canyons (Nicola Caleffi di Julie’s Haircut) che ad esempio è una discreta e inaspettata sorpresa, di cui sono molto felice. Mi piacerebbe più che altro incontrare altre persone con cui collaborare nella produzione come è successo con Ramble Records e succederà a breve con Island House Recordings per il nuovo disco di Davide Cedolin. Se devo esprimere un desiderio, il massimo sarebbe collaborare con Oren Ambarchi.

In questo periodo storico è meglio spingere il formato digitale o rivolgersi a una nicchia che acquista i formati fisici pur sapendo di non ottenere un grande ritorno economico?

Non so se sia un bene o un male, ed è sicuramente un peso extra sulle spalle di chi produce: la moltiplicazione dei formati è diventata parecchio importante. In questo momento per me è d’obbligo poter variare il supporto per motivi sia economici che di coerenza con il materiale musicale, quindi poter produrre cd, vinili o cassette. Il formato fisico è importante, soprattutto per uno come me che non ha mai accettato l’utilizzo di Spotify ad uso personale. Qualche disco l’ho dovuto caricare pure sulle piattaforme digitali ma comunque preferisco di gran lunga Bandcamp. Lo scorso weekend sono stato a una fiera di etichette indipendenti chiamata Smania, organizzata da Maple Death di Bologna. Sembra banale dirlo ma il fatto di vedersi fisicamente e con dischi reali tra le mani è stato più che fondamentale. E ti dirò, mi ha fatto tornare anche un bel po’ di entusiasmo.

Progetti per il futuro.

Mi piacerebbe poter realizzare un’idea che già era seminale all’inizio del percorso dell’etichetta, ovvero quella di stampare anche lavori cartacei, sia figurativi che scritti su temi come l’improvvisazione, monografie.

Sito UfficialeBandcamp

Appuntamento al prossimo numero di Rapide!

Contaminati.


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